Le prime recite dei balletti classici di corte
Al tempo delle Corti Reali, quando il Re era di ritorno in città dopo una breve assenza, era d’uso e costume organizzare eventi a sfondo di festeggiamento per promuovere le prime attività legate all’aristocrazia del balletto di Corte.
Festività, nozze reali o della nobiltà aristocratica, inviti speciali di ospiti presso la Corte, tutti questi erano validi eventi potenzialmente celebrabili attraverso la danza.
I primi balletti, oggi evoluti in danza classica, non rappresentavano affatto a ciò che oggi viene concepito e svolto presso i più prestigiosi palchi del Mondo.
Erano per lo più balli legati appunto ai Nobili, con protagonisti danzatori non esattamente professionisti, ed addirittura, in alcuni casi persino improvvisati.
Gli eventi di ballo di Corte occorrevano a celebrare ricorrenze o come già accennato ad omaggiare il Re, il quale osannava il ballo come massima espressione dell’appartenenza al rango sociale più elevato.
Erano spettacoli più incentrati sulla sfarzosità scenica piuttosto che sulla bravura dei partecipanti, i quali come già descritto venivano scelti dalla stessa famiglia reale, tra i prestigiosi invitati o tra la stessa nobiltà del popolo.
Venivano svolti tra una portata e l’altra di uno specifico banchetto reale, oppure come intervallo per spettacoli di commedia.
Storici affermano che fu la stessa Caterina De’ Medici ad aver importato in Francia la passione per la danza dal suo Paese originario: l’Italia.
Esattamente, i primi passi del balletto classico (oggi conosciuto come danza classica), furono impressi esclusivamente in territorio italiano.
Nel 1572 fu realizzata una delle prime opere eseguite in Francia sotto l’ordine della Reale, lo spettacolo prese il nome di “il Paradiso d’Amore”; in quest’opera furono coinvolti molti artisti, e venne eseguito in onore dell’unione in matrimonio tra la figlia Margherita ed il suo futuro marito Enrico di Navarra.
Lo spettacolo era costituito da vari temi, in particolare i soggetti principali rappresentavano: una battaglia estremamente dettagliata e coreografata, una dozzina di elementi femminili (ballerine professioniste) travestite da ninfee, ed un enorme e molto sfarzoso spettacolo pirotecnico.
Il balletto classico di Corte, non fu ispirato esclusivamente dall’arte delle epoche passate, ma era profondamente influenzato dall’arte contemporanea dell’epoca.
Una delle strutture di maggiore influenza costituita e fondata a Parigi (1570) da un famoso poeta e da un suo collega compositore, era l’accademia di danza e musica.
Questa conosciutissima Accademia, influenzò a sua volta, in maniera profonda la concezione del nuovo balletto di Corte, aiutandolo ad espandersi in maniera capillare in tutto il Paese.
Questa accademia aveva l’ambizioso obiettivo di rianimare le arti del Mondo antico attraverso la poesia, la musica e la danza.
A questo punto il balletto di Corte risultava essere un ottimo compromesso per il raggiungimento dell’obiettivo, in particolar modo perché lo stesso balletto, racchiudeva in sé tutte le sfaccettature artistiche utilizzabili a livello di comunicazione artistica; il balletto classico era infatti una fusione tra poesia, arte rappresentativa, ballo e musica.
Per questo il balletto visse e si espanse anche attraverso le singole discipline artistiche, ad esempio attraverso la letteratura (dalla poesia), che funzionò per la Danza classica come una sorta di media pubblicitario, favorendone appunto l’espansione.
Le “recite” nacquero in funzione proprio di queste tipologie di rappresentazioni tra pantomimica, interpretazione dei versi letterari attraverso il canto o la danza, che servivano a rappresentare i soggetti della sceneggiatura.
Era norma distribuire al pubblico invitato, un piccolo bugiardino che descrivesse le intenzioni della rappresentazione artistica di turno, i versi recitati durante la danza e dei vari significati.