Inquadramento storico del balletto nella seconda metà del XIX secolo
Lo scenario storico del balletto durante la seconda metà del XIX secolo risulterà essere un inquadratura estremamente complessa, tutta la produzione delle opere coreografiche di balletto classico accademico, inerenti ai più importanti luoghi teatrali russi, americani ed Europei, iniziano dal 1850 a stabilire un nuovo tipo di comunicazione tecnico/visiva e nuovi linguaggi dovuti al continuo pellegrinare e il relativo contaminarsi (sotto l’aspetto anche stilistico) dei vari ballerini protagonisti dell’epoca.
I danzatori e coreografi italiani e francesi vengono di fatto chiamati un po’ ovunque per condividere la loro magnificenza tecnica ed inventiva anche in Paesi molto lontani; le loro creazioni oltre che stabilire un grande successo e clamore all’interno degli stessi Paesi d’origine, risultano essere molto apprezzate ovunque questi famosi artisti metteranno piede durante la loro carriera.
In Italia ad esempio vi è una forte spinta del pubblico che incita alla produzione locale, questo poichè lo stile d’avanguardia italiano piaceva sia in casa che fuori, all’estero.
Molti artisti nasceranno in questa metà di secolo davvero importante per la storia del balletto classico.
Per quanto riguarda invece ciò che avviene fuori casa, questi sono gli anni d’oro di leggende internazionali come Arthur Saint-Léon, figura davvero importante e fondamentale presso il teatro Mariinskij di S.Pietroburgo, egli produce ed è ideatore riconosciuto di fama internazionale per capolavori storici come la famosissima Coppelia (1870).
Sempre in Italia circa 20 anni prima, nel 1953, un autore locale, tale Giuseppe Rota, farà nascere attraverso il suo operato la “riforma” della danza italiana, tramite la quale, con la presenza del modello “made in France”, egli riconosce una nuova contaminazione di stili europei e di un nuovo spazio di “danza per la danza”.
Con l’accantonamento momentaneo dello stile e della tecnica provenienti dalla Francia, è in special modo lo stile accademico della “Scala” che si ritrova ora in veste di protagonista, designando così la nascita di una moltitudine di prime danzatrici importantissime e nomi di grandi rilievo artistico della storia del ballo.
Le stesse danzatrici che viaggeranno nel Mondo sino ad ottenere ruoli di spessore presso teatri d’avanguardia sia russi che francesi, come Claudina Cucchi o Caterina Beretta, entrambe formatesi rigorosamente presso la Scala di Milano.
E’ un periodo storico alquanto delicato per il balletto, dovuto proprio a tutti questi scambi culturali, tecnici e teorici, gli spettacoli di danza femminile sono i più in voga ed al contempo ricercati, anche se nello stesso periodo, persino l’accademia maschile riesce a ritagliarsi un ruolo d’importanza nel panorama del ballo classico di intrattenimento, sia grazie ai danzatori italiani formati dai più importanti maestri, sia per performer ospitati provenienti a lavorare da noi dall’estero, come il danese Ferdinand Hoppe, grande seguace della scuola di August Bournonville.