Il piacere del ballo riflesso nello specchio
Ad un certo punto nella vita di ogni essere umano si scopre la nostra figura, iniziamo ad interagire con il nostro senso estetico rivolto a noi stessi, specchiandoci, lo si avverte già in tenera età, ed è una cosa che si impara meticolosamente a fare fin da bambini.
Certamente esistono persone più vanitose di altre e questa operazione nel guardarsi, per questi soggetti, risulta essere qualcosa di immensamente appagante.
Molte di loro scoprono questo evento dell’auto ammirazione durante una particolare età dello sviluppo, ma nel tempo, anche in adolescenza, il metodo di ammirazione e di studio che noi abbiamo sia per noi stessi e che per le altre persone, inizia ad essere sempre più raffinato, facendoci scorgere dettagli che un tempo non ritenevamo importanti o addirittura ignoravamo.
All’inizio il bambino quasi non riconosce l’immagine riflessa in quello specchio, ma col tempo, la persona, imparerà ad identificarsi e ad amare quell’immagine di sé stessa.
Psicologicamente infatti, vedersi nel riflesso non solo di uno specchio, ma anche di una vetrina, di una pozza d’acqua, o anche solo ammirando la forma della nostra ombra, equivale nell’intento di decretare che la nostra persona esiste e fa parte di questo Mondo, la stessa cosa che accade a livello di imprinting quando la madre guarda negli occhi ed ammira la sua creatura, parlandogli per la prima volta e fissando inconsapevolmente nella mente del neonato, il germe esistenziale.
Così come avviene dal punto di vista umano, avviene anche in quello artistico, per la danza, ove i danzatori si specchiano l’uno nell’altra, sia nei movimenti, sia nei corpi, che nello stesso battito di cuore e respiri.
Anche il pubblico assolve a questo delicato e naturale compito, il pubblico è di fatto anch’esso lo specchio del danzatore, anche quando in platea vi è un completo silenzio, il pubblico sta in qualche modo comunicando al danzatore il suo stato d’animo, quello di coloro che stanno osservando la scena e vengono letteralmente catturati dall’atmosfera che il contenuto coreografico sta cercando di trasmettere.
Il danzatore si riflette ovviamente anche attraverso il suo più grande strumento didattico alleato: lo specchio.
Strumento che è di essenziale importanza per danzatori e attori, ma non solo per questi, il danzatore utilizza lo specchio per progredire dall’inizio alla fine della propria carriera artistica per varie ragioni.
In primo luogo per capire se è all’altezza dei suoi compagni di corso, per vedere se il corpo di ballo è in completo sincronismo coreografico e per fare in modo di essere a sua volta raccontato a se stesso, scorgendo particolari infinitesimali che senza questo strumento sarebbero stati inevitabilmente invisibili.
Il grande piacere del ballo è racchiuso proprio in tutto questo che abbiamo appena raccontato, esso è oltremodo impossibile da circoscrivere ad un’unica motivazione (dare voce al corpo, generare gioia, ecc.), ogni persona danza per motivi differenti, ma di base, ve n’è uno che accomuna tutti, quello di scorgere un miglioramento fisico ma anche spirituale nel nostro essere, rispecchiando la nostra figura negli occhi di chi ci sta osservando.